Cusano Mutri è un paese della provincia di Benevento, conta circa 4200 abitanti distribuiti in un territorio che presenta un’ estensione di 58 km2. È l’unico comune della provincia a far parte dell’esclusivo Club dei Borghi più belli d’Italia, club che raccoglie piccoli centri italiani di spiccato interesse artistico e storico nato nel 2001 con l’intento di contribuire a salvaguardare, conservare e rivitalizzare piccoli nuclei, comuni ma a volte anche singole frazioni che, trovandosi al di fuori dei principali circuiti turistici, rischiano nonostante il grande valore, di essere dimenticati. Dista da capoluogo 45 km in direzione nord-ovest ed è situato sul versante sud del Massiccio del Matese al confine tra Campania e Molise. Confina con i comuni di Cerreto Sannita, Pietraroja, Faicchio e San Lorenzello della provincia di Benevento, con Gioia Sannitica, Piedimonte Matese e San Potito Sannitico appartenenti alla provincia di Caserta e infine con Guardiaregia della provincia di Campobasso. L’area nei pressi del centro abitato si presenta collinare con ampie zone pianeggianti per poi salire dolcemente di quota nei pressi delle pendici del monte Mutria, verso il confine con il Molise. Il monte Mutria, con i suoi 1823 m s.l.m., è il terzo rilievo in ordine di altezza tra quelli appartenenti al Massiccio del Matese. Il territorio è attraversato dal fiume Titerno, che in alcuni punti tra i rilievi minori di origine calcarea, ha scavato e formato delle gole simili a canyon al confine con il territorio di Cerreto Sannita. Fa parte della Comunità Montana Titerno – Alto Tammaro e del territorio del Parco Regionale del Matese. Malgrado la posizione relativamente isolata, il comune di Cusano Mutri è riuscito a promuovere lo sviluppo di tutti i settori produttivi: dalla ricca agricoltura, i cui prodotti di punta sono uva, frutta e foraggi, alla zootecnia, alla pesca d’acqua dolce e alla silvicoltura. Si registra la presenza di piccole e medie imprese industriali, dedite alla trasformazione dei prodotti agricoli, alla produzione tessile e di materiali da costruzione e alla lavorazione del legno, dei metalli e della pietra; inoltre, un ruolo di spicco all’interno dell’economia locale è stato recentemente assunto dal terziario che, trainato dalla crescente affluenza turistica, include servizi privati più qualificati e una rete commerciale abbastanza sviluppata. L’apparato ricettivo offre numerose possibilità di ristorazione e di soggiorno. L’erosione esercitata dall’acqua del Titerno, col passare degli anni ha prodotto una serie di gole e piccoli canyon scavati nella Pietra calcarea. Le più grandi e importanti sono essenzialmente due, le Forre del Lavello al confine tra i comuni di Cerreto Sannita e Cusano Mutri e le Gole di Caccaviola ricadenti nel territorio comunale di Cusano Mutri. Le Forre del Lavello sono state create dall’erosione della roccia a confine tra i monti Ebano e Cigno. Sono raggiungibili mediante un apposito sentiero guidato che include altri siti di importante interesse naturalistico come la Grotta chiusa, la Grotta delle Fate, la Grotta delle Streghe e il Ponte del Mulino. La Grotta chiusa, così chiamata dopo una spedizione esplorativa del 1935, è localmente conosciuta come Grotta dei Briganti. Si trova sul monte Cigno, a 200 m dalla vetta ad una quota di 500 m s.l.m. Il nome Grotta chiusa deriva dal fatto che l’ingresso è molto stretto e obbliga i visitatori ad abbassarsi completamente e quasi strisciare per entrarvi, in un passaggio della lunghezza di circa tre metri. La grotta è ricca di stalattiti e stalagmiti ed è composta da diversi ambienti, tre dei quali si susseguono in orizzontale mentre un altro è raggiungibile calandosi attraverso un inghiottitoio di 4 metri. Uno dei locali, abbastanza lungo, presenta una volta alta oltre 20 metri e porta verso altri ambienti non accessibili. Le Gole di Caccaviola si sono formate nel varco esistente tra i monti Civita di Cusano e Civita di Pietraroja. All’interno di queste gole è stato realizzato un percorso che permette di visitare il posto accompagnati da guide esperte.
Storia
Secondo gli storici Cusano Mutri avrebbe origine dall’antica città sannitica Cossa distrutta dai Romani insieme a Telesia. Notizie certe si hanno a partire dal 490 d.C. quando il Papa Felice III inviò un ufficiale della chiesa a officiare le funzioni religiose nella cappella del castrum. La presenza della Chiesa nella zona con l’insediamento dei benedettini in Santa Maria del Castagneto intorno all’VIII secolo, influì profondamente sulla cultura e sulle tradizioni della comunità cusanese. Nelle campagne diversi nuclei abitati si svilupparono velocemente e l’influenza della chiesa portò alla costruzione in ognuno di essi di edifici di culto. I piccoli centri abitati formavano una sorta di anello che faceva come da scudo e assicurava protezione dai briganti e dai Saraceni. Il centro urbano come oggi si presenta, si è formato durante la monarchia normanna che iniziò una lunga fase di espansione dei nuclei abitati fondendoli in un’unica comunità tra il XV e XVI. Negli anni la piccola cittadina è passata sotto il controllo di diversi feudatari. In seguito, con Giuseppe Bonaparte che nel 1806 si insediò sul trono del Regno di Napoli, il feudalesimo fu abolito, chiudendo una pagina di storia durata circa 8 secoli. Nonostante la zona appenninica sia ad elevato rischio sismico, il centro urbano di Cusano è rimasto intatto nei secoli per motivi geologici. Esso ha resistito anche al devastante terremoto che colpì la zona il 5 giugno 1688 che distrusse completamente i paesi circostanti. Per questo motivo il centro di Cusano e la sua struttura urbanistica sono molto importanti per gli studiosi medievali e per i visitatori più appassionati. Il nucleo urbano fortificato sorge su una cresta rocciosa che presenta pareti a piombo sul pianoro sottostante. Essendo il costone roccioso di non elevata larghezza non erano presenti nel borgo piazze di grandi dimensioni ma solo degli spazi dove le strade leggermente si allargavano, comunemente chiamati slarghi.
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